BRAVE

english version below

concept e coreografia Paola Bianchi | creato e danzato da Valentina Bravetti e Paola Bianchi | suono Stefano Murgia | disegno luci Paolo Pollo Rodighiero | collaborazione artistica Roberta Nicolai | realizzazione costumi Liana Gervasi | direzione tecnica Luca Giovagnoli | foto di scena Gianluca Camporesi | organizzazione Elisa Nicosanti | un ringraziamento particolare a Davide Fabbri, Luca Giovagnoli, Giacomo Calli | residenza artistica Santarcangelo dei Teatri | si ringrazia Societas, Teatro Comandini in Cesena | produzione Città di Ebla / Festival Ipercorpo | coproduzione PinDoc | con il contributo di MiC, Regione Emilia-Romagna, Comune di Forlì


foto Gianluca Camporesi


Frutto di quattro anni di lavoro di ricerca intorno al tema della compresenza di due corpi diversi per abilità e percezione, di un’indagine approfondita sulla relazione, sul supporto vicendevole, sull’accettazione di limiti invalicabili pur tendendo al loro superamento, BRAVE nasce da un forte desiderio che non mette in azione i soli corpi sulla scena ma una piccola comunità che accoglie e protegge. Non c’è bravura, non c’è coraggio. C’è determinazione e desiderio. Ci sono due corpi che si incontrano: un corpo che torna in scena dopo nove anni di assenza, e un corpo che cerca una nuova modalità di presenza nella scena.
 
Iniziato nel maggio 2019 con un dialogo a distanza tra la coreografa e la danzatrice e proseguito in presenza dal 2021, BRAVE è parte del progetto di ricerca coreografica ELP di Paola Bianchi, un’indagine sulla relazione tra parola descrittiva e danza attraverso la trasmissione via audio di archivi di posture. Le descrizioni delle posture del corpo di Paola Bianchi nell’atto di incarnare le immagini presenti negli archivi di ELP hanno generato gli stati del corpo di Valentina Bravetti, portandola ad assumere forme, tensioni e ritmi personali, svincolati dal modello visivo del corpo della coreografa. La forma del tappeto rosso che contiene l’azione e le linee guida dello spazio in senso coreografico sono state determinate dalla Deposizione di Rosso Fiorentino, tavola conservata alla Pinacoteca di Volterra. L’analisi delle posture delle figure che circondano il cristo in un balletto di mani e di sguardi è diventata l’asse portante di una parte del lavoro coreografico. 

foto Gianluca Camporesi


CONSIDERAZIONI
 
P.: Conosco Valentina da molto tempo e nel 2007 la coinvolsi in tre azioni performative all’interno del progetto Visioni irrazionali. 
Nove anni fa a causa di una malattia la sua vita è cambiata. Ha smesso di stare in scena e io non l’ho più vista.
Valentina non cammina più. Da otto anni gli arti inferiori non la sostengono. Valentina non riesce a mangiare e bere da sola. Da otto anni gli arti superiori non hanno il controllo del movimento, fanno un po’ quello che vogliono. Valentina non può fare praticamente nulla da sola - andare in bagno, prepararsi qualcosa da mangiare, vestirsi, svestirsi…

Il 12 Maggio 2019 ho inviato una mail a Valentina chiedendole se volesse partecipare attivamente al progetto ELP con una sorta di esperimento a distanza le cui regole erano:
– io ti invio un file audio contenente la descrizione verbale di una postura
– tu lo ascolti fino a quando non memorizzi la postura, dopo di che le possibilità sono: 
la assumi come puoi e mi invii la ripresa video o la foto
     oppure
mi rispondi con altro (una parola, una frase, un file audio, un’immagine…). Quando riceverò la tua risposta ti invierò il secondo file.
Non mi interessa la precisione dell’esecuzione perché non è un’esecuzione ma un’incarnazione o incorporazione personale/individuale della postura, svincolata da ogni tipo di giudizio.
Ecco una delle indicazioni che ho inviato a Valentina:
Sono in posizione seduta. La gamba sinistra è piegata con la pianta del piede sul pavimento, la gamba destra è distesa sul pavimento, di fianco alla sinistra. La mano destra appoggia a terra dietro il bacino, il braccio sinistro disteso appoggia sul ginocchio sinistro. La testa è dritta, leggermente girata a destra.

V.: Inizialmente non è stato facile sentire nel corpo le posture descritte, ma ogni indicazione mi portava comunque delle suggestioni. All’inizio queste suggestioni mi facevano pensare a delle immagini, dunque le prime tre risposte sono state poesie e foto trovate sul web. Però il mio corpo ha sempre desiderato riprodurre quelle posizioni per come io le sentivo. Così ho iniziato a mettermi personalmente in gioco inviando a Paola le riprese video del mio corpo in movimento. La modalità di lavoro a distanza è stata molto interessante: c’erano delle regole precise e non c’era nessuno a imporre o suggerire il modo in cui agire. Potevo stare solo su quello che sentivo. 

P.: Abbiamo continuato questo dialogo a distanza senza mai incontrarci di persona fino a marzo 2021, quando ho proposto a Valentina di fare delle riprese video. L’11 e il 12 maggio 2021, esattamente due anni dopo l’invio della prima mail, ci siamo trovate in teatro e abbiamo realizzato l’opera video ἀνδρεία [andreia].

V.: Dopo molto tempo che non tornavo in sala mi è sembrato che invece fosse passato solo qualche giorno ed è stato tutto molto naturale, soprattutto vedere il mio corpo in video seguire certe indicazioni e – tra virgolette – riconoscermi. È stato in quell’occasione che abbiamo deciso di provare a lavorare insieme in scena.

P.: Il corpo di Valentina non ha perso l’intelligenza della scena. Non può camminare, non può mangiare o bere da sola, non ha autonomia di movimento eppure il suo corpo in scena ha acquisito una potenzialità che prima non aveva. La sua presenza è potente, così come il suo corpo che attraversa lo spazio indagando forme e ritmi del tutto personali. Il suo corpo nella scena ha un controllo che nella quotidianità non possiede. È lì che il suo corpo è padrone di sé stesso, è lì che Valentina si sente pienamente viva. 
Dopo nove anni di assenza dalla scena Valentina è ora protagonista di uno spettacolo.

– Paola e Valentina – 


foto Gianluca Camporesi

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english version

BRAVE
concept and choreography Paola Bianchi | created and danced by Valentina Bravetti and Paola Bianchi | original music Stefano Murgia | lighting design Paolo Pollo Rodighiero | artistic collaboration Roberta Nicolai | costumes realized by Liana Gervasi | stage photos Gianluca Camporesi | technical direction Luca Giovagnoli | organization Elisa Nicosanti | thanks to Matteo Bandini | special thanks to Davide Fabbri, Luca Giovagnoli, Giacomo Calli | artistic residency Santarcangelo dei Teatri | special thanks to Societas, Teatro Comandini in Cesena | production Città di Ebla / Ipercorpo Festival | coproduction PinDoc | with the contribution of MiC, Regione Emilia-Romagna, Municipality of Forlì


photo Gianluca Camporesi


BRAVE is the result of four years of working on the theme of the co-presence of two bodies marked by different abilities and perceptions, an in-depth inquiry on relationship and mutual support, on the acceptance of insurmountable limits while aiming to overcome them. BRAVE comes from a strong desire not to put into action exclusively the bodies on stage but a whole small community that welcomes and protects. No bravura, no bravery but determination and desire. There are two bodies meeting: a body back on stage after a nine-year absence and a body seeking a new way of being on stage.

Started in May 2019 as a remote dialogue between the choreographer and the dancer and continued in presence since 2021, BRAVE is now part of Paola Bianchi's ELP choreographic research project, a survey on relationship between descriptive word and dance through the audio transmission of posture archives. The descriptions of Paola Bianchi's body postures in the act of embodying the images present in the ELP archives generated the states of Valentina Bravetti's body, leading her to assume personal forms, tensions and rhythms, detached from the visual model of the choreographer's body. The shape of the red carpet containing the action and the guidelines of the space, in a choreographic sense, were determined by Rosso Fiorentino's Deposition, a panel painting preserved in the Pinacoteca of Volterra. The analysis of the postures of the figures surrounding the Christ in a ballet of hands and gazes became the backbone of part of the choreographic work.


photo Gianluca Camporesi

WORK PROCESS 
P.: I know Valentina since a long time and in 2007 I involved her in three performance actions within the project Visioni irrazionali. 
Nine years ago, due to an illness, her life changed. She stopped performing and I never saw her again.
Valentina cannot walk any more. For eight years her lower limbs do not support her. Valentina cannot eat and drink on her own. For eight years the upper limbs have no control of movement, they move as they want. Valentina can do practically nothing on her own - go to the toilet, prepare something to eat, dress, undress....
On 12 May 2019 I sent an email to Valentina asking her if she would like to actively participate in the ELP project with a kind of remote experiment whose rules were:
- I send you an audio file containing the verbal description of a posture
- you listen to it until you memorise the posture, after which the possibilities are: 
you assume it as you can and send me the video or photo
     or
you answer me with something else (a word, a sentence, an audio file, a picture...). When I receive your answer, I will send you the second file.
I am not interested in the accuracy of the execution because it is not an execution but a personal/individual embodiment or incorporation of the posture, free from any kind of judgement.
Here is one of the instructions I sent to Valentina:
I'm sitting. My left leg is bent with the sole of my foot on the floor, my right leg is lying on the floor, next to my left. My right hand is on the floor behind my pelvis, my left arm is lying on my left knee. My head is straight, slightly turned to the right.

V.: At the beginning, it was not easy to feel the postures described in the body, but each indication brought me suggestions anyway. At first these suggestions made me think of images, so the first three responses were poems and photos found on the web. But my body always wanted to reproduce those positions as I felt them. So, I started to get involved personally by sending Paola video footage of my body in motion. The way of working at a distance was very interesting: there were precise rules and there was no one to impose or suggest how to act. I could only stay on what I felt. 

P.: We continued this long-distance dialogue without ever meeting in person until March 2021, when I invited Valentina to do a video shoot. On 11 and 12 May 2021, exactly two years after the first e-mail was sent, we met in the theatre and made the video work ἀνδρεία [andreia].

V.: Even though I had not worked on stage for a long time, it seemed like only a few days had passed and everything was very natural, especially seeing my body on video following certain directions and - in quotes - recognising myself. It was on that occasion that we decided to try working together on stage.

P.: Valentina's body has not lost the intelligence of the scene. She cannot walk, she cannot eat or drink on her own, she has no autonomy of movement and yet her body on stage has acquired a potential it did not have before. Her presence is powerful, as is her body that crosses the space investigating entirely personal forms and rhythms. Her body on stage has a control that it does not possess in everyday life. It is there that her body is master of itself, it is there that Valentina feels fully alive. 
After nine years of absence from the stage Valentina is now the protagonist of a performance.

– Paola and Valentina – 

photo Gianluca Camporesi

































































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