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Il passaggio di archiviazione corporea proprio del progetto ELP è iniziato con l’incarnazione di immagini e corpi occidentali, di icone a noi familiari, per passare poi a un’incarnazione di immagini che arrivano da più di 20 paesi diversi che, vicini o lontani da noi che siano, riflettono un bagaglio culturale ed emotivo lontanissimo dal nostro. Un immaginario che Paola Bianchi non ha potuto incarnare allo stesso modo di quello occidentale, immaginario che già le appartiene, che il suo corpo riconosce e in cui, anche nella più terribile delle immagini incarnate, il corpo ha trovato un agio nello stare, un agio dovuto alla conoscenza profonda delle ferite.
Che cosa sono allora quei corpi stranieri? Come affrontare quelle immagini lontane? Paola li ha allora affrontati non più da dentro ma da fuori a fuori, cercando di superare quella paura che Donatella Di Cesare definisce exofobia, ovvero la paura di guardare da fuori il fuori. Da un luogo che non appartiene né a te né a me. Affrontate dai bordi, dai margini, quelle immagini si sono attaccate alle ossa, quei corpi hanno condiviso con il corpo della coreografa la fluidità del sangue, la tensione dei muscoli.
E allora proprio quei corpi migranti che con l’atto stesso dello spostamento da un paese a un altro mettono in crisi i confini stato-nazione e per questo motivo vengono criminalizzati, hanno determinato il passaggio naturale a quei corpi che negano anch’essi il concetto chiuso stato-nazione, i corpi della protesta, i corpi in sollevazione. Come ci ha detto Didi-Huberman la protesta è un atto di sollevazione per affrontare il potere dal punto più alto possibile.
Che cosa sono allora quei corpi stranieri? Come affrontare quelle immagini lontane? Paola li ha allora affrontati non più da dentro ma da fuori a fuori, cercando di superare quella paura che Donatella Di Cesare definisce exofobia, ovvero la paura di guardare da fuori il fuori. Da un luogo che non appartiene né a te né a me. Affrontate dai bordi, dai margini, quelle immagini si sono attaccate alle ossa, quei corpi hanno condiviso con il corpo della coreografa la fluidità del sangue, la tensione dei muscoli.
E allora proprio quei corpi migranti che con l’atto stesso dello spostamento da un paese a un altro mettono in crisi i confini stato-nazione e per questo motivo vengono criminalizzati, hanno determinato il passaggio naturale a quei corpi che negano anch’essi il concetto chiuso stato-nazione, i corpi della protesta, i corpi in sollevazione. Come ci ha detto Didi-Huberman la protesta è un atto di sollevazione per affrontare il potere dal punto più alto possibile.
CORPI DELLA PROTESTA ha ora generato la durational performance NoPolis
BIBLIOGRAFIA
Donatella di Cesare Il tempo della rivolta – Bollati Boringhieri
Judith Butler L’alleanza dei corpi. Note per una teoria performativa dell’azione collettiva - Nottetempo
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english version
ELP | BODIES OF PROTEST
The passage of bodily archiving in the ELP project began with the embodiment of Western images and bodies, of icons that are familiar to us, and then moved on to the embodiment of images from more than 20 different countries which, whether they are near or far from us, reflect a cultural and emotional baggage that is very different from our own. An imaginary that Paola Bianchi has not been able to embody in the same way as the western one, an imaginary that already belongs to her, that she recognises, that her body recognises and in which, even in the most terrible of embodied images, her body has found a comfort in being, a comfort due to the profound knowledge of the wounds.
What are those foreign bodies for her instead? How to deal with those distant images? Paola faced them no longer from the inside but from the outside to the outside, trying to overcome that fear that Donatella Di Cesare calls exophobia, that is, the fear of looking at the outside from the outside. From a place that belongs neither to you nor to me. Faced from the edges, from the margins, those images have attached themselves to her bones, those bodies have shared with her body the fluidity of blood, the tension of muscles.
And so it is precisely those migrant bodies that, by the very act of moving from one country to another, undermine the boundaries of the nation-state and are therefore criminalised, that have led Paola to a natural transition to those bodies that also deny the closed concept of the nation-state, the bodies of protest, the bodies in revolt. As Didi-Huberman told us, protest is an act of uprising to confront power from the highest possible point.
BODIES OF PROTEST has generated the durational performance NoPolis
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