ENERGHEIA

english version below
coreografia e danza Paola Bianchi
musiche composte ed eseguite dal vivo Fabrizio Modonese Palumbo
disegno luci Paolo Pollo Rodighiero
tutor Roberta Nicolai, Raimondo Guarino
sguardo esterno Ivan Fantini
costumi PianoB
staff scientifico Laura Gemini, Giovanni Boccia Artieri, Annapaola Lovisolo, Alessandro Pontremoli
progetto di residenza condiviso da L’arboreto - Teatro Dimora | La Corte Ospitale ::: Centro di Residenza della Regione Emilia-Romagna; Centro di Residenza della Toscana (Armunia Castiglioncello - CapoTrave/Kilowatt Sansepolcro); nell’ambito del progetto residenze coreografiche Lavanderia a Vapore
produzione PinDoc 
coproduzione Agar, Teatri di Vetro, Teatro Akropolis
con il contributo di Mibac e Regione Sicilia


ph. Valentina Bianchi


Enérgheia è una parola che indica un atto di trasformazione, o l’essere in opera, secondo un uso che comincia a imporsi con Aristotele. Accanto alle attività che producono opere, ve ne sono altre in cui atto e opera coincidono. Tale è la danza, in cui l’enérgheia è insieme soggetto e oggetto dell’esperienza.   Enrico Piergiacomi

ENERGHEIA, il primo dispositivo del progetto ELP, nasce da un’immersione emotiva negli archivi retinico-mnemonici di una quarantina di persone alle quali ho posto una domanda: quali sono le immagini pubbliche che si sono impresse nella tua retina e che anche dopo molto tempo continuano a essere vive nella tua memoria visiva? Quei frammenti di accadimenti fermati su supporto analogico o digitale sono a tutti gli effetti pezzi di storia, un atlante mnemonico personale e condiviso. Ho ricevuto più di 350 immagini che sono andate a comporre una sorta di archivio retinico, un archivio mnemonico di corpi parzialmente condiviso da un gruppo eterogeneo di persone. ENERGHEIA nasce da un lungo processo di incarnazione di una selezione di quelle immagini,  processo che non si è limitato alla copiatura/imitazione dell’immagine, ma ha attivato un’analisi approfondita dello spazio, della tensione, delle forze, del ritmo generato da quell’azione immortalata, dall’indagine del prima e del dopo, da quello che c’è oltre l’immagine. Ogni immagine è entrata nel mio corpo deformandolo, modificandone le posture e le tensioni fino a generare nuovi stati del corpo. L’archivio retinico di partenza è entrato nel mio corpo e il mio corpo è diventato archivio esso stesso di quelle immagini attraverso un montaggio anacronico che scompiglia il tempo della storia.

ENERGHEIA è uno studio sull’anatomia e sulla vicinanza dello sguardo, una coreografia di pelle, una poetica del corpo muto. 


uɐsɔoupıuoɐʇʇǝuʇıdosʇɯoɹʇǝɯɯɐuısnɔosɔǝɯqɐqɐןןɐɯqoqɐןןɐɔɐɯɯǝןןoɐnʇosʇodɯɐuıpıǝʇɹosɔɥıǝuɐuǝouɐʇodɐpɹıdɐןǝsʇıuǝsıqıɯqɐqɐɯqıuɐɔoɹɹǝɐuzıɐuɐqɐsʇouǝpouuɐıɯdoןʌǝɹɐʇɐƃıɐɔoɯǝʇʇıɔɐןןɐsɔɹɐɐuƃǝןopǝןןɐsʇoɹıɐıuɔɥıuoɐuoɹǝssıɔɐɯɐƃuɐɐןɐudɹɐʇosǝʇʇɐuʇɐsǝʇʇǝɔɐʇɥǝɹıuǝdǝsʇǝdǝʇɐɔɔıqɹɐɔɔıɐpıǝʇɹosɔɥıǝuɐpoddıɐdǝןןǝsdıɹɐןǝdnƃuosɯıʇɥsdıɹɐןǝdnƃuosʇouǝʍɐןןdןɐʇǝןɯɐddןǝʇɥoɹdǝʇıɟosodısʇoןɐɟǝɯǝusǝssɐuʇoʇʇoɹoɯɐuʇıɔɐɟɐnuoqɐɹɐqqɐsɐuʇɐɯɐɹıןʎuɔɐssǝʇʇodıǝʇɹɐɹopıuɐɔbnɐdnssʎɔɐʇɐıpsɯoɹoןndoɾɐɔbnǝןıuǝʞǝuuǝpʎɟɐןןıuƃɯɐudoןʇɹouɐɯɐsʇɹoƃıoʌɐuuıǝʇıodǝʇɹǝɹɐƃɐzzǝɯıʇɹɐɐɔǝdɥɐןǝɯɐʇǝsʇɐɟıoɹǝnɯɐɟɹıpɐdɐʇʇʎunʌoןɐɔnɔǝsıƃɐɹǝʇʇɐɯɹɐʇɹıouɟoqǝqèuoɟɐɔǝɯɐuııuɐןʇopıʇoɟnɹqodıddosɐuʇoɯɐuoʌǝɔɔɥıosdıɹɐןǝpɐuzɐdɐןǝsʇıuǝsǝıɹɐuɯıɔɹoɟouoʇıןpɐʌıʇʇıƃnɐuʇɐuɐɯoɯɐuǝʇʇǝƃɹoʇoʍsʞʎʌıǝʇuɐɯ

Dagli archivi retinico-mnemonici di Alessandra Cristiani, Andrea Grassi, Angela Fumarola, Attilio Nicoli Cristiani, Barbara Toma, Chiara Girolomini, Clemente Tafuri, Daniele Del Pozzo, David Beronio, Elena Di Gioia, Enrica Brizzi, Enrico Pastore, Enrico Piergiacomi, Fabio Barovero, Fabrizio Modonese Palumbo, Giovanni Boccia Artieri, Giulio Sonno, Graziano Graziani, Ivan Fantini, Katjuscia Fantini, Laura Gemini, Lucia Medri, Marta Bichisao, Michele Di Stefano, Paolo Migliazza, Paolo Pollo Rodighiero, Paolo Ruffini, Raimondo Guarino, Roberta Nicolai, Saba Anglana, Serena Gatti, Silvia Calderoni, Silvia La Ferrara, Stefano Murgia, Valentina Bravetti, Vincenzo Schino, Walter Porcedda. A tutti, grazie.


_________________________________________________________________________


english version
ENERGHEIA
choreography and dance Paola Bianchi
music written and performed live by Fabrizio Modonese Palumbo
light design Paolo Pollo Rodighiero


ph. Valentina Bianchi
  
Energheia, a word that appeared for the first time in Aristotele's works, means the process of transformation, the act of transforming. Some activities originate artworks, some, as dance for instance, don't but have the energheia as their main subject. Energheia as the perfect act which doesn't manifest itself in the artwork but in the actor.
ENERGHEIA was born from an emotional immersion in the retinal-mnemonic archives of about forty people to whom I asked a query: which are the public images that are impressed on your retina and that even after a long time continue to be alive in your visual memory?
As immersed as we are in the caldron of images, a primary feature of this century, those fragments of events fixed on analogue or digital supports are in effect pieces of history, a personal, collective mnemonic atlas.
I received more than 350 images that went on to compose a sort of retinal archive, a mnemonic archive of bodies partially shared by a heterogeneous group of people. I then made a choice (88 images) linked to the numerical recurrence of the images and to my sensitivity. Through a long process of incarnation of those images ENERGHEIA was born. The process of incarnation was not limited to the copying/imitation of the image, but activated an in-depth analysis of the space, the tension, the forces, the rhythm generated by every immortalised action, by the investigation of the before and after, by what is beyond the image. Each image entered my body, deforming it, modifying its postures and tensions until it generated states of the body. The retinal archive entered my body; my body became the archive itself of those images through an anachronic montage that disrupts the time line of the history. 
Based on the transformations of the body, ENERGHEIA focuses on anatomy and close range look. A skin choreography, a poetics of the silent body.

uɐsɔoupıuoɐʇʇǝuʇıdosʇɯoɹʇǝɯɯɐuısnɔosɔǝɯqɐqɐןןɐɯqoqɐןןɐɔɐɯɯǝןןoɐnʇosʇodɯɐuıpıǝʇɹosɔɥıǝuɐuǝouɐʇodɐpɹıdɐןǝsʇıuǝsıqıɯqɐqɐɯqıuɐɔoɹɹǝɐuzıɐuɐqɐsʇouǝpouuɐıɯdoןʌǝɹɐʇɐƃıɐɔoɯǝʇʇıɔɐןןɐsɔɹɐɐuƃǝןopǝןןɐsʇoɹıɐıuɔɥıuoɐuoɹǝssıɔɐɯɐƃuɐɐןɐudɹɐʇosǝʇʇɐuʇɐsǝʇʇǝɔɐʇɥǝɹıuǝdǝsʇǝdǝʇɐɔɔıqɹɐɔɔıɐpıǝʇɹosɔɥıǝuɐpoddıɐdǝןןǝsdıɹɐןǝdnƃuosɯıʇɥsdıɹɐןǝdnƃuosʇouǝʍɐןןdןɐʇǝןɯɐddןǝʇɥoɹdǝʇıɟosodısʇoןɐɟǝɯǝusǝssɐuʇoʇʇoɹoɯɐuʇıɔɐɟɐnuoqɐɹɐqqɐsɐuʇɐɯɐɹıןʎuɔɐssǝʇʇodıǝʇɹɐɹopıuɐɔbnɐdnssʎɔɐʇɐıpsɯoɹoןndoɾɐɔbnǝןıuǝʞǝuuǝpʎɟɐןןıuƃɯɐudoןʇɹouɐɯɐsʇɹoƃıoʌɐuuıǝʇıodǝʇɹǝɹɐƃɐzzǝɯıʇɹɐɐɔǝdɥɐןǝɯɐʇǝsʇɐɟıoɹǝnɯɐɟɹıpɐdɐʇʇʎunʌoןɐɔnɔǝsıƃɐɹǝʇʇɐɯɹɐʇɹıouɟoqǝqèuoɟɐɔǝɯɐuııuɐןʇopıʇoɟnɹqodıddosɐuʇoɯɐuoʌǝɔɔɥıosdıɹɐןǝpɐuzɐdɐןǝsʇıuǝsǝıɹɐuɯıɔɹoɟouoʇıןpɐʌıʇʇıƃnɐuʇɐuɐɯoɯɐuǝʇʇǝƃɹoʇoʍsʞʎʌıǝʇuɐɯ

From the retinal-mnemonic archives of Alessandra Cristiani, Andrea Grassi, Angela Fumarola, Attilio Nicoli Cristiani, Barbara Toma, Chiara Girolomini, Clemente Tafuri, Daniele Del Pozzo, David Beronio, Elena Di Gioia, Enrica Brizzi, Enrico Pastore, Enrico Piergiacomi, Fabio Barovero, Fabrizio Modonese Palumbo, Giovanni Boccia Artieri, Giulio Sonno, Graziano Graziani, Ivan Fantini, Katjuscia Fantini, Laura Gemini, Lucia Medri, Marta Bichisao, Michele Di Stefano, Paolo Migliazza, Paolo Pollo Rodighiero, Paolo Ruffini, Raimondo Guarino, Roberta Nicolai, Saba Anglana, Serena Gatti, Silvia Calderoni, Silvia La Ferrara, Stefano Murgia, Valentina Bravetti, Vincenzo Schino, Walter Porcedda. Thank you all.






















































































Nessun commento:

Posta un commento

Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.

Paola Bianchi appartiene a una generazione di autori della danza contemporanea che sta fra i cosiddetti “pionieri” degli anni Ottanta e gl...