TRACCE VOICE OVER

 


inizio lavori: 8 gennaio 2024
debutto: 20 dicembre 2024

la sperimentazione è lunga. durante ogni residenza verifico e modifico qualcosa. si tratta di immaginare sulla carta (o forse nelle orecchie) gli stati dei corpi nello spazio, i loro spostamenti, la qualità del loro stare. tutto parte dalle indicazioni vocali che ricevono attraverso i loro smartphone. un lavoro che mi obbliga a pensare allo spazio visto unicamente dall’alto, poi in sala lo spazio si modifica, la visione è prospettica, si orizzontalizza e alcune profondità svaniscono, alcune zone diventano invisibili, altre estremamente sottolineate. è un processo a modificare. 


12 – 17 marzo 2024
residenza creativa
13 – 17 marzo
VOICE OVER LAB
Spazio Rossellini _ Roma

7 danzatrici selezionate tramite call: Manuela, Ludovica, Sara, Martina, Chiara, Gaia, Loredana. con loro Barbara e Valentina, selezionate a settembre durante Teatri di Vetro/Trasmissioni. la residenza serve anche per individuare una terza danzatrice. VOICE OVER vede infatti la compresenza nella scena di tre giovani danzatrici che seguono tutto il processo di lavoro, con altre sei danzatrici (dai 20 ai 40 anni) che vengono ogni volta individuate nel luogo in cui viene presentato lo spettacolo. ogni replica è infatti preceduta da un laboratorio intensivo di quattro giorni, durante il quale tutte le danzatrici sperimentano e studiano l’eterodirezione del movimento.
VOICE OVER nasce dalla trasmissione via audio della descrizione di alcune posture presenti nel mio solo […] KZ e dal passaggio istantaneo e diretto dalla parola al corpo (eterodirezione), un passaggio da corpo a corpi mediato dalla parola descrittiva. 
la decisione di coinvolgere ogni volta 6 danzatrici viene dall’urgenza di portare al maggior numero di persone, soprattutto giovani, le storie raccolte nelle interviste da Fiorella Rodella. vedi TRACCE […] KZ 

la parola diventa veicolo di trasmissione tra corpi: dalle voci di 51 deportate e deportati politici registrate su audiocassette al mio corpo — dal mio corpo alla mia voce registrata — dalla mia voce ai corpi delle danzatrici. una continua oscillazione tra voci e corpi.

trasmissibilità e intrasmissibilità sono i nuclei su cui si appoggia VOICE OVER. a ottant’anni dalla Liberazione dell’Italia dal nazifascismo, quando ormai le persone sopravvissute a quel periodo sono pochissime, quando i venti di guerra soffiano da ogni parte nel mondo, sento il dovere morale di provare a trasmettere, di confrontarmi con corpi giovani, con donne e ragazze della stessa età delle persone deportate in quegli anni.

MEMORIA COLLETTIVA
CORPO MEDIATORE DELLA MEMORIA
CORPO ARCHIVIO
il corpo non mente, il corpo accoglie, si lascia plasmare senza opporre resistenza. il corpo è il luogo in cui si depositano le immagini, e quelle immagini vivono nel corpo modificandolo anche inconsapevolmente. trasmettere le posture del mio corpo nell’atto di “danzare” corpi che hanno vissuto la reclusione racchiude in sé un’interessante aderenza oggettiva nel passaggio tra le esperienze dei corpi. è l’esperienza del corpo nell’atto di incarnare una postura che genera memoria corporea, che favorisce quel passaggio emozionale della memoria, che scalda la memoria, che la rende tangibile, umana, possibile.

iniziamo a creare un alfabeto comune. consegno 4 tracce audio a testa, le stesse per tutte. ogni traccia audio contiene la descrizione verbale di una postura del mio corpo nell’atto di agire […] KZ. la descrizione delle posture è esclusivamente anatomica e non prevede alcuna “sensazione” aggiuntiva, alcuna indicazione legata alla modalità di incarnazione della postura, alcuna indicazione coreografica: è semplicemente una posizione del corpo. ogni danzatrice riceve l’istruzione via audio e incarna la postura nel modo in cui la comprende e nel modo in cui il suo corpo la capisce e la sente, ogni personalizzazione della postura è quindi benaccetta. 
consegno altre 4 tracce audio. e poi ancora 4. chiedo di nominarle, impararle, farle diventare proprie, e poi di creare una danza. non devo riconoscere le posture come posture. ogni istante è fondamentale.

Un ritmo cardiaco non è binario (colpo forte/colpo debole), ma ternario (colpo forte/colpo debole/silenzio). Il nulla deve quindi contare almeno quanto il colpo; e forse anche di più, perché senza il nulla non ci sarebbe colpo.  Pierre Sauvanet

vediamo le loro danze, sequenze che attraverso un lavoro sulla presenza diventano partiture. la parola sequenza, riferita ai pezzi personali, è da ora in poi bandita dal nostro vocabolario. verrà utilizzata solo per indicare la sostanza dei blocchi.
lavoriamo per blocchi. impossibile creare la drammaturgia fuori dalla scena – è necessario sperimentare, provare e non solo immaginare. 
ripetizione – come ripetere senza ripetere?
lo spazio è suddiviso in zone, una griglia che via via si infittisce.

è la porzione di uno spazio più ampio | la numerazione delle zone non parte da 1, aldilà dello spazio scenico le zone continuano | è un focus su una porzione di mondo suddiviso a zone



non è uno spazio neutro
estremizzare l’uso dello spazio totale e di ogni singola zona al suo interno
sbilanciare gli spazi interni

“Lo spazio non è mai una volta per tutte: si genera contemporaneamente al gesto, è un esito del corpo agente, non è il contenitore vuoto dell’azione, è processo e performance.”
Matteo Meschiari

la luce è strettamente connessa allo spazio. penso a una luce che chiude le figure dentro le zone. la luce deve creare piani diversi di profondità, di spessore dello spazio. a volte sono piattaforme che galleggiano nel nero. la drammaturgia dello spazio ha una linea inversa rispetto alla drammaturgia del corpo.

luce: da spazio chiuso a spazio aperto - da spazi precisi, piccole zone di luce che evidenziano il disegno dello spazio intero alla visione totale dello spazio. uno spazio aperto - la luce bagna tutto lo spazio scenico, muri compresi.

drammaturgia del corpo: corpo attivo, reattivo alle indicazioni stringenti della voce, a uno spegnimento per eccesso di tentativi - un perdersi nell’impossibilità.


impariamo a creare relazioni, ad affezionarci alle forme altrui. parliamo di consonanza, mai di unisono.

CONSONANZE
cerchiamo le consonanze – concentrazione estrema 
la voce in qualche modo isola – è un rapporto esclusivo tra me e la voce (agisco ascoltando) – deve diventare un rapporto a tre esclusivo: l’esterno deve entrare in questa relazione. devo sapere cosa succede intorno a me, sentire l’intorno, trovare le consonanze. le consonanze ci raccontano di un luogo unico, di uno spazio condiviso, di una condizione comune.


la cosa più difficile è creare ogni volta il gruppo

ETERODIREZIONE
le posture di […] KZ trasmesse nella prima fase di lavoro sono state dissezionate e catalogate secondo una logica anatomica (posizioni del corpo / del braccio destro / del braccio sinistro / del busto / della testa / del bacino / della gamba destra / della gamba sinistra). 
le posture sono diventate allora pezzi di corpo separati uno dall’altro, sono stati mischiati secondo una logica aleatoria e registrati in voce, andando a generare figure che rimandano a corpi dissezionati e ricomposti. 
si creano nuove posture del corpo ricomposte a caso. 
la partitura del corpo è creata dalla voce
il corpo agisce nell’immediatezza – non c’è tempo per pensare – ascolto e agisco, agisco ascoltando. le indicazioni sono stringenti, veloci.
le danzatrici, guidate dalla voce, non hanno solo il compito di eseguire le indicazioni per come i loro corpi le comprendono, ma di “salvare la danza”.

ogni danzatrice ha un auricolare bluetooth collegato a uno smartphone. io, in regia, con 6 smartphone a “suonare” la partitura di indicazioni.








Stefano mi consiglia la lettura di “Il Terzo Reich dei sogni” di Charlotte Beradt. 
Charlotte Beradt nel 1933 iniziò a interrogare circa trecento persone sui loro sogni, portando poi con sé il materiale all’estero, quando nel 1939 emigrò negli Stati Uniti.

[…] 
Il passato saturo d’esperienza, sempre presente, dei superstiti, si trasforma – pur continuando a proiettare tuttora la sua ombra sulle nostre vite – in passato puro, sottratto al vissuto. […] I testimoni oculari scompaiono, e vanno spegnendosi perfino quelli che hanno sentito direttamente parlare di quell’epoca. 
[…] 
Non solo si sogna il terrore: i sogni ne sono essi stessi parte integrante. Vengono impressi nel corpo come un dettato. Un’esperienza insinuatasi sotto pelle. […]
dalla prefazione di Reinhart Koselleck 
[…]
Goebbels giunge nella mia fabbrica. Ordina alle maestranze di schierarsi su due file, una a destra, l’altra a sinistra. Io devo stare in piedi nel mezzo e sollevare il braccio per il saluto nazista. Mi ci vuole mezz’ora per riuscire ad alzarlo, un millimetro dopo l’altro. Goebbels assiste ai miei sforzi quasi fosse uno spettacolo, senza esprime né biasimo né approvazione. 
[…]
Cerco conforto nei volti della mia gente e non vi trovo né scherno né disprezzo, ma solo il vuoto.
[…]
Macbeth uccide il sonno – i tiranni e la violenza l’hanno sempre fatto.
[…]
A visite concluse, verso le nove di sera, mentre sono in procinto di stendermi pacificamente sul divano con un libro su Matthias Grünewald, improvvisamente le pareti scompaiono dalla mia stanza, dal mio appartamento. Mi guardo attorno costernato, tutti gli appartamenti che riesco a vedere non hanno più pareti. Sento gracchiare un altoparlante: “In conformità al decreto del 17 del mese corrente, relativo alla rimozione delle pareti”.
[…]
La vita senza pareti.
[…]
A ogni angolo di strada, al posto delle targhe dichiarate fuori legge, era stata collocata una tavoletta che comunicava a caratteri bianchi su fondo nero venti parole che al popolo era vietato pronunciare. La prima era “Lord” – forse l’ho sognato in inglese, anziché in tedesco, per precauzione.
[…]
È proibito annotare tutto ciò che ha a che fare con la matematica, pena la morte.
[…]
Un milite delle SA si è piazzato davanti alla grossa vecchia stufa di ceramica azzurra che si trova nell’angolo del nostro soggiorno, dove ogni sera sediamo a conversare; apre lo sportello e la stufa, con voce stridula e penetrante, inizia a parlare: tutte le frasi dette contro il governo, tutte le barzellette che abbiamo raccontato.
[…]
(il lume da comodino) parla con voce stridula, come un ufficiale.
[…]
Sogno di sognare ormai unicamente dei rettangoli, triangoli, ottagoni, che in un certo qual modo sembrano tutti dei biscotti di Natale, visto che è vietato sognare.
[…]
Sogno di non essere più in grado di parlare da sola, ci riesco unicamente in coro, insieme al mio gruppo.
[…]



chiedo a Stefano di montare alcune parti delle interviste alle persone deportate nei campi di sterminio. gli consegno materiali grezzi selezionati precedentemente – ometto le parti più crude, non voglio scioccare, voglio che sappiano.  
il terzo giorno ascoltiamo 15 minuti di voci. 
breve pausa necessaria
ritorniamo nel corpo – i corpi ora hanno compreso

17 marzo 2024
prova aperta
esposizione di 5 blocchi separati uno dall’altro



il livello del gruppo è molto alto – devo scegliere una danzatrice che seguirà tutto il processo di creazione insieme a Barbara Carulli e Valentina Foschi. è Sara Cavalieri.


8 – 9 maggio 2024
residenza creativa
Teatro Galli _ Rimini

lavoro solo con Sara – Barbara e Valentina hanno già fatto un breve percorso – dobbiamo recuperare.


12 – 20 maggio 2024
residenza creativa
15 – 18 maggio
VOICE OVER LAB
Teatro Akropolis _ Genova 

consegno complessivamente a Barbara, Sara e Valentina 38 tracce audio, non tutte insieme, 4 per volta. le invito a creare la propria danza, a sentire quelle posture nel corpo


impariamo a conoscere le danze di tutte, a riconoscere posture trasformate nel corpo di ognuna
disfiamo le danze, cerchiamo l’essenziale, ogni orpello diventa inutile – non cerchiamo la bellezza – cerchiamo la verità del movimento, la credibilità del nostro essere nella scena

iniziamo a immaginare VOICE OVER come un trio – le danzatrici che si sono presentate al laboratorio non sono tutte all’altezza del lavoro che stiamo facendo.

18 maggio 2024
prova aperta
presentiamo due pezzi separati: uno con le partecipanti al laboratorio, uno con le tre danzatrici




foto Barbara Bertolotti


25 – 31 luglio 2024
residenza creativa
Teatro Galli _ Rimini

ci dedichiamo ai soli – lavoriamo separatamente

qualcosa però non mi torna, non capisco come fare un salto in avanti, come eliminare definitivamente la sequenza 
ne parlo con Roberta – mi consiglia di rileggere “Francis Bacon. Logica della sensazione” di Gilles Deleuze 
 
isolamento della FIGURA
anatomia della figura
deformazione / movimento deformante anche nella staticità
movimento interno
pieghe / luoghi di partenza e ristagno del movimento
carne e ossa separate
carne macellata
la carne discende dalle ossa
l’essere umano quando soffre è bestia
la bestia quando soffre è essere umano
il CORPO è insieme soggetto e oggetto
l’essere corporeo del corpo
la figura non rappresenta
la figura è
la sensazione è maestra di deformazione, agente di deformazione del corpo
l’azione sui corpi di forze invisibili, interne - deformazione del corpo dovuta a cause interne, profonde. 
tensioni del corpo PIEGHE
FORME | INFORME
la forma non è essenza, è accidente
il mutamento della forma è deformazione / rapporti originali sostituiti alla forma


relazione tensione tra corpo e SPAZIO. 

spazio denso tridimensionale 
siamo il grido non l’orrore 
contratture e paralisi, iperestesie (Aumento della eccitabilità delle terminazioni nervose sensitive di un organo) e anestesie, associate o alternanti, fisse o in migrazione

relazione tra qualità della figura e lo spazio

che spazio è?

che luoghi sono quelli che attraverso

che spazio c’è davanti, dietro

che spessore ha


FORZE di isolamento / SPAZIO
forze di deformazione 
figure accoppiate ma singole
forze come ritmo


sospensioni | istanti | FRAMMENTARE I SOLI

stati corporei che rompono e articolano il ritmo
attivo passivo TESTIMONE
testimone diretto
testimone che non vede non guarda 
testimone apparente:
testimone attivo
testimone passivo. 
testimone ritmico:
discesa salita uno sale l’altro scende
sistole diastole
due figure di schiena che guardano una figura centrale
Triptych 1972 – i due testimoni, uguali ma con diverse parti che si disfano o che ancora non sono finite


CADUTA 

lavorare sulla caduta attiva: attivo è tutto ciò che scende, l’attivo è la caduta

anche se si sale è come una caduta
rendere somigliante attraverso mezzi non somiglianti - modulazioni

RITMO: sistole diastole
il ritmo determina lo spazio


la BOCCA è il foro attraverso cui il corpo fugge e dal quale la carne discende.

l’intero corpo fugge dalla bocca che grida

orifizio


lo spazio in orizzontale è chiuso. i segni a terra e le luci costringono i corpi in spazi precisi, li incorniciano in una porzione di spazio.
la verticalità è allora l’unica possibilità di uscita - tentativi disperati di trovare una via di fuga.
ripetizione – come ripetere senza ripetere?
è una delle domande che ci siamo poste più volte. la ripetizione è un nodo, un cliché (?) della danza, è elemento fondante del ritmo. come mantenere tutto ciò evitando che la ripetizione si dichiari ripetizione?



14 – 17 settembre 2024

residenza creativa

Teatro La Casa del Popolo _ Castello d’Argile (BO)





lavoriamo esclusivamente sui corpi, sui modi dei corpi, sulla loro essenza
arriva Roberta – insieme cerchiamo parole per scardinare la bellezza delle danze
Roberta parla di inciampi, di ostacoli

ETERODIREZIONE
tre linee ritmiche diverse (la propria modalità del corpo) + unisoni
punti di contatto | punti di fuga
rallentamenti e accelerazioni
frammentare

il RISCHIO è un tema

29 settembre – 3 ottobre 2024
residenza creativa
VOICE OVER LAB
Periferico festival _ Modena


lo spazio è bianco, le pareti sono bianche. decidiamo di lavorare con tappeto danza bianco e segni neri a terra
iniziamo a immaginare le luci

con noi Francesca, Silvia, Giada, Arianna e Beatrice. questa volta non seleziono io le danzatrici per il laboratorio, lo fa Amigdala, l'associazione che crea Periferico Festival.

4 ottobre 2024
anteprima
Periferico festival _ Modena


foto Davide Piferi De Simoni

cos'è il gruppo? che funzione ha? 

VOICE OVER va fatto su nero, lo spazio deve potersi chiudere e aprire, le luci lo devono modificare.

sguardo – mi rendo conto di quanto sia importante lo sguardo in questo lavoro, non solo uno sguardo aperto che colga tutto ciò che accade intorno, ma uno sguardo-testimone. il compito è quello di guardare per poi descrivere esattamente tutti i movimenti che vedo. la testimonianza è la descrizione verbale di ogni movimento, questo il compito che ci diamo.

Al Periferico Festival la danza tellurica di Paola Bianchi 
Olindo Rampin - 9 ottobre 2024 paneacquaculture
[…] È una danza, o forse un’anti-danza, di rigorosa e preziosa fattura, eseguita da tre performer che parlano altrettanti linguaggi corporali, con una sintassi e un lessico aguzzi, potenti e polimorfi. […] In una attraente semioscurità il gruppo abbozza due sacre conversazioni al ralenti: quasi un prologo misterico da cui le tre danzatrici si staccano per dare inizio a un’ininterrotta composizione di propulsioni, implosioni e cadute. Traducendo in atti indicazioni che ricevono per mezzo di auricolari, alimentano ben presto un teorema di danze sulle ginocchia, in cui il movimento è originato da eruzioni improvvise, in una implacabile contorsione e sollecitazione femoro-rotulea e malleolare. È un collaudo poetico e coreografico della mirabile ingegneria di cartilagini, legamenti, tendini, articolazioni e muscoli di cui è composta l’anatomia umana. […]

28 – 31 ottobre 2024
residenza creativa
Teatro La Casa del Popolo _ Castello d’Argile (BO)

ritorniamo sui corpi – continuiamo a cercare il nucleo, la piega da cui tutto nasce
immaginiamo la presenza delle altre sei danzatrici


3 – 6 dicembre 2024
residenza creativa
VOICE OVER LAB
Teatro La Casa del Popolo _ Castello d’Argile (BO)

con noi Arianna, Chiara, Enrica, Flavia, Agnese e Alessia. è decisamente un bel gruppo.



IL SUONO
Ancora prima di farsi udire, il suono palesa la propria presenza sulla scena sotto la forma di una sorta di totem composto da due colonne di altoparlanti e due trombe di quelle solitamente usate durante le processioni. La sua collocazione davanti al fondale - quando è possibile anche oltre - non è casuale. Il suo campeggiare alle spalle delle danzatrici, con i coni rivolti verso l’intero arco della scena, risponde alla volontà di un suono pervasivo e integrato all’azione, ulteriore elemento vivente che attraversa la scena. In seguito a questa intenzione, il suono, incessantemente manipolato in diretta, viene trasmesso dagli altoparlanti come se provenisse da una stanza adiacente, forse un ufficio o una camera di controllo, dove i suoni più quotidiani (il fruscio di un televisore o di una radio, un colpo di tosse, alcune parole biascicate in una lingua incomprensibile) si mescolano a improvvisi accenni o balzi musicali che sembrano agganciarsi con più coerenza all’azione. 
L’intero tappeto sonoro è attraversato da una pesante ambiguità, di fronte alla quale è impossibile dire con certezza cosa di ciò che è udibile partecipi alla drammaturgia dei corpi o cosa invece più semplicemente conviva con essi in quello spazio. Uno spazio delimitato razionalmente secondo una logica di reclusione alla cui attuazione il suono potrebbe contribuire o lavorare contro di essa. Su questa ambiguità si regge l’intero lavoro di sonorizzazione dello spettacolo; l’intreccio tra suono e corpo non è dato, ma esperito emozionalmente da ogni spettatrice e spettatore a seconda del proprio sguardo e del proprio ascolto. 
Stefano Murgia


7 dicembre 2024
anteprima
Teatro La Casa del Popolo _ Castello d’Argile (BO)









foto Sabrina Tirino

14 – 19 dicembre 2024
VOICE OVER LAB
Accademia Nazionale di Danza _ Roma

con noi Alicia, Roberta, Chiara, Valentina, Si Si

20 dicembre
debutto
Teatri di Vetro festival _ Roma









foto Margherita Masè









































































































































































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