[...] KZ

english version below
coreografia e danza Paola Bianchi 
sound design Stefano Murgia 
lighting design Paolo Pollo Rodighiero 
residenza creativa Teatro Galli di Rimini 
produzione PinDoc 
coproduzione Liberty / Stagione Agorà 
con il contributo di MIC e Regione Siciliana
realizzato nell’ambito del progetto Voci dalla storia ideato da Liberty e sostenuto da Unione Reno Galliera, Città Metropolitana di Bologna, Comuni di Baricella, Granarolo dell’Emilia, Malalbergo e Minerbio, Parco della Memoria Casone del Partigiano “Alfonsino Saccenti”, con il contributo di Regione Emilia Romagna

ph. Michela di Savino

La memoria procede a ritroso e penetra nel passato attraverso il velo dell’oblio: si incammina su tracce sepolte e disperse, e ricostruisce testimonianze significative per il presente.
Aleida Assmann

    Ricordare e dimenticare. Memoria e oblio. Pieni e vuoti. Parole e rumore di fondo. Ascolto la voce di donne e uomini deportati nei campi di sterminio nazisti, oppositori politici al regime fascista che hanno rischiato di morire a vent’anni. Ascolto il rumore di fondo di audiocassette registrate nel secolo scorso, il fruscio, i vuoti, i buchi. Di tanto in tanto le voci si fanno lontane, non riesco a capire cosa dicono. Mi sembra che siano quelli i momenti più importanti delle interviste, i momenti in cui la crudezza del racconto si fa più difficile da ascoltare, quasi impossibile da dire, come se una forma di pudore spingesse la persona intervistata ad abbassare la voce. Un dire senza farsi udire, un dire intimamente sussurrato.
    I vuoti, i buchi diventano allora il filo conduttore della ricerca. Mi infilo in quei buchi cercando il fondo, rinunciando a capire per provare a comprendere lo stato di quei corpi. Prendo quei buchi e li porto dentro, ne faccio un luogo di ristagno del corpo, li spingo fino alle ossa. La fame e la sete strizzano le budella. Spingo le unghie nelle fessure, aspetto che la terra si infili sotto le unghie, ma è solo cenere. Non capirò fino in fondo, lo so. Resto nella nebbia di un tentativo. Mi appoggio al corpo, alla danza, al solo – un solo di danza il cui titolo indicibile fa rabbrividire.

    Nel 1995 Fiorella Rodella, allora studentessa oggi psicoterapeuta, gira le città dell’Emilia Romagna dialogando e intervistando persone sopravvissute alle torture e all’orrore dei campi di sterminio: antifasciste/i, partigiane/i, militanti, cittadini e cittadine che si erano opposti al regime fascista e per questo deportati nei campi di Dachau, Mauthausen, Auschwitz, Buchenwald. Interviste toccanti e potenti, registrate su trenta audiocassette e custodite in una valigia chiusa subito dopo la laurea. Dall’ascolto di quelle audiocassette e dalla lettura della tesi di laurea di Fiorella Rodella nasce […] KZ, dove […] è un non detto, un pezzo mancante, un vuoto – graficamente un luogo chiuso, una prigione – e KZ è contrazione di Konzentrationslager.

[…] KZ è parte del progetto ELP | CORPI RECLUSI


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english version
[...] KZ

choreography and dance Paola Bianchi 
sound design Stefano Murgia 
lighting design Paolo Pollo Rodighiero 
creative residency Teatro Galli di Rimini 
production PinDoc 
coproduction Liberty / Stagione Agorà 
with the contribution of MIC and Regione Siciliana
realised within the context of the project Voci dalla storia conceived by Liberty and supported by Unione Reno Galliera, Metropolitan City of Bologna, Municipalities of Baricella, Granarolo dell'Emilia, Malalbergo and Minerbio, Parco della Memoria Casone del Partigiano "Alfonsino Saccenti", with the contribution of Regione Emilia Romagna

ph. Michela di Savino


Memory proceeds backwards and penetrates the past through the veil of oblivion: it wanders over hidden and scattered traces, and reconstructs relevant evidence for the present.
Aleida Assmann


    Remembering and forgetting. Memory and oblivion. Fullness and emptiness. Words and background noise. I listen to the voices of women and men deported to Nazi death camps, political opposers to the fascist regime who risked death in their twenties. I listen to the background noise of audiocassettes recorded in the last century, the rustling, the gaps, the holes. From time to time the voices become distant, I cannot understand what they are saying. It seems to me that those are the most important moments in the interviews, the moments when the rawness of the story becomes more difficult to hear, almost impossible to say, as if a form of modesty urges the person being interviewed to lower their voice. A saying without being heard, an intimately whispered saying.
    The voids, the holes then become the thread of the research. I slip into those holes looking for the bottom, giving up understanding to try to understand the state of those bodies. I take those holes and bring them in, I make them a place of stagnation of the body, I push them down to the bones. Hunger and thirst squeeze the guts. I push my nails into the crevices, I wait for the earth to slip under my nails, but it is only ashes. I will not understand completely, I know. I remain in the fog of an attempt. I lean on the body, on dance, on the solo - a dance solo whose unspeakable title makes one tremble.

    In 1995 Fiorella Rodella, then a student and now a psychotherapist, travelled around the cities of Emilia Romagna talking to and interviewing people who had survived the torture and horror of the extermination camps: anti-fascists, partisans, militants, citizens who had opposed the fascist regime and for this reason were deported to the camps of Dachau, Mauthausen, Auschwitz, Buchenwald. Touching and powerful interviews, recorded on thirty audiocassettes and kept in a closed suitcase immediately after graduation. Listening to those audiocassettes and reading Fiorella Rodella's degree thesis gave birth to [...] KZ, where [...] is an unspoken, a missing piece, an emptiness - graphically an enclosed place, a prison - and KZ is the contraction of Konzentrationslager.
[...] KZ is part of the ELP | RECLUSE BODIES project


















































































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