OtherNess


english version below
coreografia e danza Paola Bianchi 
sound design Stefano Murgia
disegno luci Paolo Pollo Rodighiero
tutor Roberta Nicolai
sguardo esterno Ivan Fantini
residenze artistiche Teatro Felix Guattari | Masque Teatro; Teatro Galli, Rimini
produzione PinDoc 
in coproduzione con Teatri di Vetro, Città di Ebla
si ringrazia Santarcangelo Festival, Milano Mediterranea, Rumori Sinistri ODV/Casa Gallo
con il contributo di MIC e Regione Sicilia


ph. Enrico Fedrigoli

L’essere umano contemporaneo è condizionato sin dalla nascita da una doppia condizione: da un lato la propria volontà, il proprio desiderio, dall’altro il dovere, gli obblighi legati alla convivenza in comunità e alla morale. Mai completamente liberi, agiamo in un continuo compromesso tra l’interno e l’esterno, tra ciò che desideriamo fare e ciò che dobbiamo fare. La pandemia da Covid-19 ha, se possibile, acuito questo divario, questo conflitto, o forse l’ha solo reso più evidente. 
    OtherNess indaga il conflitto tra desiderio e dovere, tra legge e autonomia. Chiusi in un recinto ben definito di leggi e doveri morali ci troviamo nell’illusione di scelta, illusione che svanisce nel momento in cui ci rendiamo conto che possiamo scegliere solo tra qualcosa che ci è dato. OtherNess si declina in una disperata vitalità, non c’è resa, ma una continua lotta per confermare la propria esistenza, per sentirsi vivi.

    Otherness è il risultato di una lunga analisi intorno al corpo come luogo di deposito delle immagini, e di un lungo processo di ricerca che si è sviluppato attraverso alcuni passaggi:
    • creazione di tre archivi retinico-mnemonici (memorie occidentali, altre memorie, corpi della protesta) attraverso il coinvolgimento di tre gruppi di 40 persone a ognuna delle quali è stato chiesto di individuare le immagini fissate nella memoria visiva personale e collettiva, immagini simbolo che sottolineano un cambiamento del corso della Storia, immagini iconiche che si fissano nella memoria personale proprio per la loro valenza collettiva.
    • Incarnazione delle immagini ricevute in diverse partiture di danza che confluiscono in una creazione scenica, un solo di danza. Il corpo dell’artista diventa esso stesso archivio e deposito di immagini corporee in un processo di riattualizzazione organica della Storia.
    • Ogni solo è stato sezionato e le posture di cui il solo è composto sono state descritte verbalmente e registrate in voce diventando file audio e andando a costituire tre archivi di posture. 
    • Le posture presenti negli archivi sono state dissezionate e catalogate secondo una logica anatomica (posizioni del corpo / del braccio destro / del braccio sinistro / del busto / della testa / della gamba destra / della gamba sinistra). Le posture sono diventate allora pezzi di corpo separati uno dall’altro, sono stati mischiati secondo una logica aleatoria e registrati in voce, andando a generare figure e non più immagini, in un rimando evidente alle bambole dissezionate e ricomposte di Hans Bellmer.
    Diretta dalla sua stessa voce (a significare quanto la legge morale e giuridica sia assorbita dall’individuo) e dotata di auricolari, Paola Bianchi è sottoposta a un continuo input vocale che la costringe a modificare ininterrottamente la propria postura senza poter seguire la propria volontà, agendo unicamente in un campo molto limitato di scelta legato alle variazioni di tensione del corpo e alle direzioni nello spazio.


______________________________________________________________________________


english version

OtherNess
choreography and dance Paola Bianchi 
sound design Stefano Murgia
light design Paolo Pollo Rodighiero
tutor Roberta Nicolai
outside perspective Ivan Fantini
artistic residencies Teatro Felix Guattari | Masque Teatro; Teatro Galli, Rimini
production PinDoc 
in coproduction with Teatri di Vetro, Città di Ebla
thanks to Santarcangelo Festival, Milano Mediterranea, Rumori Sinistri ODV/Casa Gallo
with the contribution of MIC and Regione Sicilia



ph. Enrico Fedrigoli

Contemporary human beings are conditioned from birth by a double condition: on the one hand their own will, their own desire, and on the other hand their duty, the obligations of community living and morality. Never completely free, we act in a constant compromise between inside and outside, between what we want to do and what we have to do. The Covid-19 pandemic has, if possible, exacerbated this divide, this conflict, or perhaps just made it more apparent. 
    OtherNess investigates the conflict between desire and duty, between law and autonomy. Locked in a well-defined enclosure of laws and moral duties, we are under the illusion of choice, an illusion that vanishes when we realise that we can only choose between something that is given to us. OtherNess reveals a desperate vitality, there is no surrender, but a continuous struggle to confirm one's existence, to feel alive.

    Otherness is the result of a long analysis around the body as a place of deposit of images, and of a long research process that developed through some steps:
     Establishment of a retinal-mnemonic archive by asking about 40 people to identify images fixed in their personal and collective visual memory, symbolic images that underline a change in the course of history, iconic images that are fixed in personal memory precisely because of their collective value. So far, three retinal-mnemonic archives have been created: WESTERN MEMORIES; OTHER MEMORIES and BODIES OF PROTEST. 
     Creation of three Paola Bianchi’s dance solos through a long process of embodying a selection of the images received. The initial retinal-mnemonic archive enters her body and her body itself becomes the archive and repository of those images in a process of organic re-actualisation of history through an anachronic montage. 
        •  Each solo has been dissected and the postures of which the solo is composed have been verbally described and recorded as audio files, contributing to three archives of postures. 
     Each posture was dissected and catalogued according to an anatomical logic (body positions / right arm / left arm / torso / head / right leg / left leg). The pieces of the body, separated one from the other, were mixed according to an aleatory logic, generating figures and no longer images, in a clear reference to Hans Bellmer's dissected and recomposed dolls. 
Directed by her own voice (signifying the extent to which moral and juridical law is absorbed by the individual) and equipped with earphones, Paola Bianchi is subjected to incessant vocal inputs that forces her to continuously modify her posture without being able to follow her own will, acting exclusively in a very limited field of choice linked to variations in the tension of the body and directions in space.



















































































































Nessun commento:

Posta un commento

Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.

Paola Bianchi appartiene a una generazione di autori della danza contemporanea che sta fra i cosiddetti “pionieri” degli anni Ottanta e gl...